Minimalismo Soft: un passo alla volta
Ultimamente sento spesso il bisogno di mettere ordine, in casa e nella mia vita. Vi capita mai? Non è solo un desiderio di semplicità, ma anche un bisogno di alleggerire un po’ il carico. Sto cercando di capire come vivere con meno senza rinunciare alle piccole cose che mi fanno stare bene.
In passato mi sono imbattuta in contenuti sul minimalismo (quegli articoli con foto di enormi stanze immacolate, bianche e vuote, con giusto un ikebana e un mini-giardino zen) e mi è capitato di entrare in case così linde da sembrare esposizioni di arredamento. Ogni tanto ho invidiato quell’ordine perfetto, ma poi ho realizzato che, diciamocelo, non è proprio il mio stile. Senza contare il fatto che, anche se la svuotassi completamente, casa mia non diventerebbe mai un grande spazio bianco (perché non è grande e non è bianca).
Così mi sono chiesta: esiste un modo più fattibile per semplificare? Pare di sì! Si chiama minimalismo soft. L’ho scoperto per caso, leggendo post di persone che, come me, vogliono sbarazzarsi del disordine senza estremismi.
Il concetto alla base è sempre quello: eliminare il superfluo. La differenza sta in cosa si consideri superfluo. Il minimalismo estremo considera superfluo tutto ciò che non è strettamente necessario, mentre il minimalismo soft considera importanti anche quelle cose non proprio indispensabili, ma che ci fanno bene.
Se una cosa ci dona benessere allora è utile, anche se non strettamente indispensabile. Naturalmente, con questo non si intende incoraggiare lo shopping compulsivo o l’accumulo patologico, anzi!
Per me, la differenza tra minimalismo soft e minimalismo estremo è un po’ come la differenza tra una dieta sana, varia e bilanciata e una dieta strettissima che non riesci a seguire nemmeno per una settimana. Insomma, cerchiamo di fare scelte che siano sostenibili nel tempo!
L’idea è quella di ridurre il caos e trovare una migliore organizzazione senza rinunciare a quella coperta morbida che mi fa sentire coccolata, ai miei colori o alle mie candele, magari evitando di comprare altre copertine e altre candele se ne ho già a sufficienza! (Su colori e cancelleria non garantisco di poterci riuscire).
Ci sto provando un passo alla volta, con risultati altalenanti. Sono in una fase di esplorazione, cercando di fare ordine senza diventare troppo severa con me stessa (non voglio vivere in un santuario zen, nonostante li trovi bellissimi).
Un cassetto alla volta, ogni tanto mi fermo e mi chiedo: “Ma perché ho ancora questa cosa che non uso da anni?” (è incredibile la quantità di oggetti che si accumulano senza che ce ne accorgiamo), ma niente epurazioni drastiche di cui potrei pentirmi (già capitato!): vado con calma.
Il minimalismo soft è come una passeggiata lenta: non c’è fretta. L’importante è godersi il viaggio.
Voi cosa ne pensate? Ce la posso fare?
